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  • Immagine del redattoremonica patrizi

Kitchen e il dolore della perdita

Inauguro il mio "Ambulatorio Letterario" con un libro capace di commuovermi, anche a 30 anni di distanza dalla sua prima apparizione nelle librerie italiane.

"Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, come è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene”.

E' questo l'incipit di "Kitchen", romanzo di Banana Yoshimoto pubblicato con grande successo in Italia da Feltrinelli nel 1991. Nell'edizione Universale Economica pesa solo 116 grammi. Più piccolo di un quaderno, può essere portato ovunque.

Racchiude tre brevi racconti dallo stile lineare e scorrevole: Kitchen, Plenilunio (Kitchen 2) e Moonlight Shadow, tutti accumunati dal tema della perdita. Un libro che parla di solitudine e di quella spossatezza che conosce bene chi ha attraversato un grande dolore. O più di uno.

Mikage, la giovane protagonista, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, individua lo spazio della cucina come il proprio rifugio dell'anima: è accanto al frigorifero che riesce a trovare la forza di sopravvivere alla propria disperazione.

Con delicata leggerezza, Banana Yoshimoto riesce ad evocare il nostro lato malinconico per le persone che si sono prese cura di noi, e che ora non ci sono più.

Eppure, "pagina dopo pagina, "Kitchen" ci insegna che una famiglia si può non solo scegliere, ma anche inventare. E che dal dolore si può rinascere.


Consigli terapeutici:

Indicato per:

- lettori affaticati e che sentono il bisogno di rifugiarsi in pagine dal tepore familiare;

- per chi ha bisogno di ricordare con dolcezza le persone amate e che non ci sono più

- per tutte le persone che, almeno una volta nella vita, si sono sentite perse;.


Aiuta a combattere:

ansia, senso di solitudine, paura di non farcela, tristezza e giornate storte.


Strategie funzionali dei protagonisti di "Kitchen" :

- iniziare da un piccolissimo passo;

- circondarsi solo di persone che ci fanno stare bene;

- darsi del tempo per elaborare il lutto e dedicarsi alle cose che ci rilassano;

- restare in contatto con le proprie emozioni.


E voi, lo avete letto?




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